È normale avere dolore e sensibilità dopo un’otturazione?
Può capitare che dopo un’otturazione, il dente appena trattato, sia più sensibile agli stimoli termici o alla masticazione; quest’evenienza rappresenta una complicanza non così frequente se vengono applicati i corretti protocolli adesivi, (procedure con cui si incolla la resina composita al dente quando si eseguono le “otturazioni bianche”).
Quando si realizza un restauro (“otturazione”) il dentista prima apre una cavità nel dente per accedere e rimuovere meccanicamente tutto il tessuto cariato, quindi sigilla la dentina (lo strato più interno del dente rispetto allo smalto) esposta, con un sistema adesivo e poi ricostruisce il dente con delle resine composite.
La dentina, a differenza dello smalto, è un tessuto attraversato da numerosi tubuli al cui interno si trovano i prolungamenti delle fibre nervose pulpari, responsabili della sensibilità e degli stimoli dolorifici. Da qui la necessità di sigillare efficacemente questo strato.
La corretta applicazione delle tecniche adesive (di incollaggio dell’otturazione) consente di ottenere un forte legame tra l’otturazione e il dente.
Tuttavia, a volte, errori procedurali (contaminazione con la saliva, prolungata applicazione di acido sulla dentina, solidificazione incompleta della resina attraverso la luce polimerizzante( che indurisce la resina), insufficiente stratificazione del composito, ecc…) e condizioni strutturali (cavità molto strette e profonde) possono causare la formazione di micro bolle d’aria tra lo strato di resina e la dentina.
Se questo difetto è localizzato a livello del margine esterno del restauro, di fatto espone la dentina direttamente al cavo orale e a tutti gli stimoli esterni (acqua fredda, dolce, aria ecc…) comportando un’ipersensibilità del dente trattato.
Se il vuoto invece è localizzato all’interno della cavità, questo pur non essendo esposto agli stimoli esterni, si riempie d’acqua, come in tutti i tessuti biologici, e può determinare una sintomatologia dolorosa da compressione. Di fatto, quando il paziente, masticando qualcosa di consistente, va a comprimere la zona dell’otturazione soprastante, aumenta la pressione idrodinamica all’interno dei tubuli dentinali, sollecitando le fibre nervose e si avverte una “fitta dolorosa” transitoria.
Anche le fasi di rifinitura e lucidatura dei restauri giocano un ruolo critico nella prevenzione dell’ipersensibilità post operatoria, specie quando la base dell’otturazione è localizzata a livello radicolare, quindi molto profonda. In questa zona infatti le procedure di lucidatura mediante striscette abrasive o altri dispostivi, possono talvolta irritare i tessuti gengivali o rimuovere parte del cemento radicolare, esponendo direttamente la dentina all’esterno causando una sensibilità transitoria.
È vero che il trattamento di carie molto profonde causa sensibilità post operatoria?
La rete di tubuli dentinali è molto fitta in prossimità della polpa e si allarga invece a raggiera verso l’esterno. Di conseguenza quando si esegue un’otturazione molto vicina alla camera pulpare, poiché le terminazioni nervose dolorifiche sono molto vicine e il tessuto dentale è più sfavorevole, bisogna sigillare efficacemente la superficie tra dente e otturazione in quanto può essere più probabile una sensibilità postoperatoria.
Diventa perciò essenziale da parte del clinico seguire scrupolosamente tutte le procedure e i protocolli operativi, adottando le dovute accortezze in fase adesiva per ottenere un risultato efficace e predicibile dei restauri resinosi.
È vero che l’ipersensibilità passa spontaneamente?
Non sempre. La dentina esposta ad uno stimolo irritativo può mettere in atto una serie di processi riparativi di sclerosi per andare ad occludere e calcificare i tubuli coinvolti limitando la problematica fino alla scomparsa della sensibilità. Altre volte invece, è necessario rimuovere completamente l’otturazione esponendo la dentina e ripetere nuovamente tutte le procedure, realizzando un restauro più efficace.