È vero che il dente devitalizzato può continuare a fare male?
Quando un dente presenta una carie estesa e profonda, si può rendere necessaria la disinfezione dei canali delle radici di un dente (devitalizzazione o più correttamente terapia canalare o terapia endodontica)
Questa terapia implica la rimozione del tessuto presente all’interno dei canali e la detersione di tutto lo spazio all’interno del dente per alleviare il dolore e curare l’infezione prevenendo ulteriori danni.
Nelle ore successive al trattamento possono comparire disagi o dolore che sono da considerarsi assolutamente normali dopo queste procedure.
Il dolore che si può presentare nel giro di poche ore è conseguenza di molteplici fattori, ma nella maggior parte dei casi è destinato a scomparire al massimo entro un paio di settimane.
I sintomi sono dovuti prevalentemente ad una infiammazione dell’area intorno alla radice del dente (legamento parodontale e tessuti periapicali): nonostante il dente sia stato privato delle sue componenti “sensibili”, può a volte rimanere dolente a causa di una infezione preesistente oppure per la fuoriuscita dall’apice del dente di residui della polpa, batteri e tossine o ancora per l’irritazione dovuta ai materiali e disinfettanti necessari per il trattamento stesso. La sintomatologia può presentarsi nel giro di poche ore dopo il trattamento e normalmente aumenta con gli stimoli pressori (masticazione, spazzolamento, semplice pressione con le dita).
Fortunatamente il dolore può essere alleviato e ridotto quasi fino a farlo scomparire attraverso una terapia antidolorifica. Gli antidolorifici più utilizzati rientrano nella categoria denominata FANS che agiscono bloccando le prostaglandine, ovvero i mediatori chimici che attivano e sostengono il processo infiammatorio, ottenendo di conseguenza un effetto analgesico. Tra i più comuni possiamo annoverare l’Ibuprofene (es. Brufen®️, Moment®️, Nurofen®️), il Ketoprofene (es. Oki®️) o il Ketorolac (es. Toradol®️). Rientra in questa categoria, sebbene più con effetto antipiretico (antifebbrile), anche il Paracetamolo (es. Tachipirina®️, Zerinol®️). Tutti questi farmaci possono assicurare un efficace controllo del dolore soprattutto nelle fasi iniziali, ma devono essere assolutamente prescritti dal dentista e non assunti spontaneamente.
Il dolore dopo un trattamento endodontico può variare da persona a persona e anche da dente a dente. Alcuni pazienti potrebbero non provare alcun dolore, mentre altri potrebbero avvertire sensazioni di disagio per un breve periodo. Ecco alcune cose da tenere a mente riguardo al dolore:
Durata: un po’ di dolore o fastidio è normale dopo il trattamento endodontico. Tuttavia, questo dolore di solito scompare in pochi giorni.
Farmaci Antidolorifici: il vostro dentista vi prescriverà antidolorifici se ritiene che siano necessari. È importante seguire attentamente le istruzioni per l’uso e non superare mai la dose raccomandata.
Evitare Cibi Duri: dopo il trattamento, evitate cibi duri per alcuni giorni. Consigliabile optare per alimenti morbidi e a temperatura ambiente.
Uso Responsabile degli Antibiotici: gli antibiotici sono farmaci potenti utilizzati per combattere le infezioni batteriche. Tuttavia, non sono sempre necessari dopo un trattamento endodontico perché devono essere prescritti solo quando c’è una chiara evidenza di un’infezione batterica in atto. E’ essenziale tenere presente che l’uso eccessivo o inappropriato degli antibiotici può portare alla resistenza batterica, rendendo questi farmaci meno efficaci in futuro non solo per l’individuo stesso, ma per l’intera collettività.
Consultare il Dentista: Se si sospetta un’infezione o si avverte un peggioramento dei sintomi dopo il trattamento, consultate il vostro dentista anziché assumere antibiotici a proprio piacimento.
In conclusione, il dolore dopo un trattamento endodontico è normale e può essere gestito con farmaci antidolorifici e semplici accorgimenti. In caso di dolore post-operatorio il dentista prescriverà farmaci antinfiammatori che portano alla diminuzione o alla scomparsa della sintomatologia.
Gli antibiotici devono essere usati solo quando necessario per trattare un’infezione batterica diagnosticata dal dentista.
È vero che un dente devitalizzato può ricominciare a fare male?
In alcuni casi, la sintomatologia a carico di un dente devitalizzato può continuare o presentarsi anche dopo molto tempo.
In questo differente scenario le cause più frequenti possono essere:
- disinfezione incompleta del canale radicolare, dovuta a difficoltà o alterazioni anatomiche;
- parziale o mancato reperimento di uno o più canali.
- frattura parziale o totale delle radici dell’elemento.
Il dentista, o lo specialista che si occupa di queste problematiche (endodontista), valuterà se procedere con il ritrattamento dei canali, con l’apicectomia della radice o, in caso di frattura delle radici, con l’estrazione del dente.
Il ritrattamento è un re-intervento atto a risolvere le problematiche pre-esistenti; pertanto è indispensabile che l’operatore possieda adeguate competenze e strumenti adatti ad ovviare alle complessità anatomiche o tecniche del re-intervento.
L’apicectomia invece prevede una piccola incisione della gengiva per poter esporre e rimuovere l’apice infetto o fratturato della radice del dente.
Qualora non fosse possibile né il ritrattamento né l’apicectomia il dentista prenderà in considerazione l’estrazione del dente, un atto irreversibile che pertanto va valutato solo dopo aver escluso le altre possibilità.
Il dentista fornirà tutte le informazioni relative alle migliori scelte terapeutiche possibili per sostituire il dente estratto