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Società Italiana di Endodonzia
Nel 1970 i Dottori Giuseppe Cozzani, Gianfranco Borsotti, Riccardo Garberoglio, Vincenzo Spina e Sergio Duillo, insieme ai Professori Franco Mantero e Augusto Pecchioni, decisero di dare vita al “Gruppo di Studio di Endodonzia”. Lo Statuto da loro stilato recitava: “Lo scopo di questo gruppo è quello di facilitare ai singoli componenti l’acquisizione e l’accrescimento delle proprie nozioni, mediante lo scambio di opinioni, esperienze, informazioni, ecc.”.
Nel 1974, su desiderio del Prof. Pecchioni, il Gruppo di Studio decise di organizzarsi e cambiare nome: nacque così la Società Italiana di Endodonzia, seconda in Europa dopo l’esperienza britannica, ma oggi prima per numero di iscritti. La Società conta infatti attualmente più di ottocento iscritti, distribuiti in tutta Italia.
I Soci della SIE sono distinti in Ordinari ed Attivi.
Per ottenere la qualifica di Socio Attivo SIE è necessario avere un’anzianità di iscrizione almeno triennale, nutrire un particolare interesse per l’Endodonzia e presentare apposita domanda insieme a 10 casi clinici ad una Commissione Accettazione Soci, secondo un rigoroso protocollo di preparazione. I 10 casi clinici devono rispondere a criteri di eccellenza e validità scientifica.
L’attribuzione del titolo di Socio Attivo della SIE (Società Italiana di Endodonzia) da un lato è il riconoscimento dell’alta professionalità del Socio, dall’altro è un importante incentivo per tutti ad approfondire ed applicare le moderne tecniche endodontiche.
La SIE annovera fra i suoi Soci le personalità più note dell’endodonzia italiana, sia nell’ambito della libera professione sia nell’ambito universitario; la Società Italiana di Endodonzia è il luogo in cui si sposano ed interagiscono l’Università ed il mondo della Libera Professione, dando vita ad un proficuo scambio di conoscenza teorica ed esperienza sul campo.
L’associazione inoltre promuove la diffusione dell’Endodonzia lungo l’intera penisola tenendo corsi e conferenze. Essa infatti si articola in Macro-Aree che svolgono un’intensa attività culturale a livello locale e contribuiscono ad accrescere soprattutto fra i giovani l’amore e l’interesse per la specialità.
Il momento più atteso dai Soci è l’annuale Congresso Nazionale SIE, che ogni 2 anni ha valenza internazionale, e che rappresenta per i partecipanti l’attesa occasione per incontrare gli studiosi più all’avanguardia del settore.
L’organo ufficiale della Società è il Giornale Italiano di Endodonzia, che gode fama di essere una delle più apprezzate riviste del settore in campo internazionale, sia per i contenuti degli articoli pubblicati, sia per la grafica. Viene inviato gratuitamente a tutti i Soci con cadenza quadrimestrale.
All’interno del sito della SIE (www.endodonzia.it) viene offerta ai pazienti e cittadini la sezione “Se stai cercando un endodontista o hai bisogno di un colloquio con uno specialista, da oggi la SIE ti permette di trovare il dentista più vicino a te”.
La Società Italiana di Endodonzia ti presenta tre schede di informazione, esemplificative di quanto potrai trovare sul sito istituzionale https://www.endodonzia.it/. Ti invitiamo a leggere e valutare il materiale informativo che troverai: siamo convinti dell’importanza della conoscenza per favorire, attraverso un comportamento consapevole, una migliore e più efficace interazione con il dentista.
Cos’è un trattamento endodontico, o cura canalare o “devitalizzazione” di un elemento dentario?
Il trattamento endodontico è una procedura odontoiatrica che si rende necessaria quando la polpa (il tessuto molle presente all’interno del dente) risulta infiammata, o infetta a causa di una carie profonda, o ancora “ammalata” a seguito di interventi eseguiti sul dente stesso, o per effetto di un trauma (grave e improvviso o più leggero ma ripetuto) che ha provocato una frattura, una scheggiatura o un’incrinatura dentale profonda.
La polpa dentaria o nervo presente all’interno dell’elemento dentario, è un piccolo e delicatissimo tessuto, altamente specializzato, costituito da vasi sanguigni (arterie, vene) terminazioni nervose e cellule connettivali. La polpa resta confinata all’interno della camera pulpare e nei canali radicolari, con importanti e molteplici funzioni su tutto l’elemento dentario e i tessuti circostanti.
A perturbare lo stato di salute pulpare possono contribuire varie situazioni patologiche, la più frequente delle quali è di gran lunga la carie, ossia il rimaneggiamento e la distruzione progressiva dei tessuti duri del dente per effetto dell’azione di microrganismi presenti nella placca batterica. In assenza di un trattamento tempestivo, la cavità prodotta dalla carie si ingrandisce potendosi dunque estendere fino a raggiungere la polpa, intaccandola, e risultando così “invasa” da batteri, con conseguenze irreversibili dovute all’infezione. Quando si arriva a questo stadio la cura conservativa che consente di mantenere il dente evitando l’estrazione è la terapia endodontica, o cura canalare o anche più impropriamente definita devitalizzazione. L’Endodonzia è di fatto quella disciplina odontoiatrica che mira a conservare i denti che hanno ricevuto un danno grave che ha portato all’infezione e/o alla necrosi della polpa, con possibili ed eventuali ripercussioni acute o croniche dei tessuti circostanti, più o meno dolorose. La moderna Endodonzia si avvale di strumenti sofisticati per la diagnosi e la cura dell’elemento dentario, fra i quali lo stereomicroscopio operatorio, i biomateriali, la strumentazione in leghe speciali, per citarne solo alcuni.
Trattamento Endodontico Microchirurgico
In prima istanza il trattamento di devitalizzazione non sempre si risolve con un successo terapeutico. Può capitare che, nel tempo, un dente già devitalizzato inizi a fare male o si ripresenti una sintomatologia dolorosa. È necessario in questi casi re-intervenire per ripulire e disinfettare, in maniera più appropriata, i canali dei denti già trattati. Tuttavia, in alcune circostanze non è possibile rimuovere i batteri presenti in alcune parti del canale con un trattamento endodontico tradizionale, ma è necessario farlo chirurgicamente con un intervento che si definisce di “Apicectomia”. Attraverso questo trattamento è possibile curare i denti, senza necessariamente rimuovere corone/restauri già esistenti oppure cementati da poco tempo, ed intervenire in tutte quelle situazioni anatomiche complesse in cui non si è riusciti a pulire bene i canali. Durante l’intervento di apicectomia il clinico taglia l’apice della radice, rimuove il tessuto di granulazione, prepara, deterge e ottura il sistema dei canali radicolari in maniera predicibile e più conservativa rispetto al passato grazie a nuove e maggiormente performanti tecnologie (microscopio operatorio, punte ad ultrasuoni e nuovi materiali).