È vero che lo sbiancamento dentale si può fare a casa senza problemi?
Lo sbiancamento dentale è una delle terapie più richieste negli studi dentistici, ma ancora oggi si tende a considerarla una pratica semplice e senza effetti avversi, tanto che molti pazienti la affrontano in modo autonomo. Le macchie sui denti (definite discolorazioni) hanno molteplici cause: dall’utilizzo di sostanze e cibi colorati come vino rosso, thè, tisane e caffè, all’assunzione di alcune molecole antibiotiche in età pediatrica. La tipologia, la causa e la terapia dei diversi tipi di macchie è ben diversa tanto che, prima di eseguire uno sbiancamento è necessario rivolgersi al proprio dentista che saprà consigliare la migliore terapia per risolvere la problematica. Purtroppo è sempre più diffuso l’utilizzo di agenti sbiancanti di tipo domiciliare che quindi vengono utilizzati in maniera autonoma e senza controllo da parte del paziente nella propria abitazione: ma questo tipo di sbiancamento è sicuro? È efficace ed innocuo?
È vero che gli sbiancanti sono tutti ugualmente sicuri?
Per poter affrontare il problema della sicurezza degli agenti sbiancanti dobbiamo intanto capire come funzionano. Essi svolgono la loro azione sbiancante grazie alla capacità del perossido di idrogeno (l’acqua ossigenata) di modificare chimicamente le molecole pigmentate che sono penetrate all’interno dei tessuti del dente (smalto e dentina). Questa azione non è affatto dannosa se eseguita solo sul tessuto che deve essere sbiancato.
Se l’agente sbiancante raggiunge invece la gengiva che circonda il dente, questa può essere danneggiata gravemente, e, talvolta, in modo permanente, soprattutto se il contatto è prolungato.
È vero che gli sbiancamenti domiciliari “fai da te” non sono sicuri?
Vista la grande quantità di parametri da prendere in considerazione durante l’applicazione di queste molecole, la domanda che ci poniamo è: gli sbiancamenti domiciliari fai da te sono sicuri? Il Ministero della Salute, con un decreto (1), ha voluto tutelare la salute del paziente bloccando gli sbiancamenti fai-dai-te. Di fatto, dal 2013, non è più possibile acquistare prodotti al cui interno sia presente una concentrazione > 0.1% di perossido di idrogeno (acqua ossigenata), che è il principio attivo su cui si basano questi prodotti, che sono sotto forma di gel, paste e strisce adesive.
Il decreto del Ministero della Salute, di grande importanza per la tutela dei cittadini, vieta la vendita di questi prodotti nelle farmacie e nei supermercati: ciò nonostante, questa categoria di prodotti è comunque reperibile senza troppe difficoltà su diversi siti on-line in cui si trovano, bypassando in modo non legale la legge italiana, sistemi sbiancanti che dichiarano di essere efficaci ed innocui.
Dobbiamo sapere che il perossido di idrogeno, a qualunque concentrazione sopra lo 0.1%, può essere dannoso se non vengono seguiti protocolli clinici ben definiti e, soprattutto, se non sono state precedentemente valutate le condizioni dei denti e delle gengive del paziente che si vuole sottoporre a questo tipo di trattamento.
È vero che gli sbiancamenti domiciliari “fai da te” non sono efficaci?
Se analizziamo l’efficacia di questi prodotti, il rischio è quello di sottoporsi non solo a terapie domiciliari rischiose in termini biologici, ma anche di affrontare questi rischi senza risultati. Spesso i prodotti che si trovano in commercio contengono infatti molecole che, non comprese nell’elenco degli “ingredienti” efficaci, compongono prodotti dannosi ed inutili. Per esempio, la presenza di gel a base alcolica produce un effetto sbiancante solo transitorio semplicemente perché disidrata il dente e non perché svolga una attiva funzione sbiancante: l’eccessiva disidratazione dell’elemento o degli elementi sottoposti al trattamento di sbiancamento può comportare poi problemi ben più gravi valutabili a distanza.
Si possono reperire sul web prodotti più o meno fantasiosi nella formulazione (carboni attivi, prodotti vegani, acidi vari ecc., quasi sempre senza dichiarazione di certificazione CE) e nelle dichiarazioni di efficacia accompagnate da recensioni entusiastiche. Leggendo con attenzione le recensioni e le caratteristiche, compaiono, guarda caso “scritti in piccolo”, avvertimenti sulla necessità di evitare questi prodotti in gravidanza e durante l’allattamento o qualora siano presenti carie, ipersensibilità dentale o altre “patologie”!
È vero che non serve andare dal dentista per sbiancare i propri denti?
La letteratura scientifica (2-4) è d’accordo sulla necessità che gli agenti sbiancanti debbano essere somministrati solo da personale qualificato ed esperto che, dopo aver effettuato una attenta diagnosi delle condizioni dei denti e delle gengive del paziente, è in grado di applicare protocolli clinici ben definiti (2-4).
L’utilizzo di prodotti che non sono stati validati dalle severe leggi italiane ed europee in tema di tutela della salute, può portare a conseguenze anche gravi: la sensibilità post-operatoria, l’infiammazione gengivale, i riassorbimenti radicolari con possibile perdita del dente, sono solo alcuni degli inconvenienti e degli effetti avversi che possono verificarsi successivamente ad uno sbiancamento eseguito senza la supervisione dell’odontoiatra o dell’igienista dentale.
Ricordati che qualsiasi prodotto sbiancante, applicato senza aver deterso accuratamente i denti e senza aver identificato restauri che impediscano il contatto tra prodotto e il complesso smalto/dentina, è quasi certamente inefficace!
Riferimenti bibliografici
da Rosa G, Maran BM, Schmitt VL, Loguercio AD, Reis A, Naufel FS. Effectiveness of Whitening Strips Use Compared With Supervised Dental Bleaching: A Systematic Review and Meta-analysis. Oper Dent. 2020;45:E289-E307.
Alkahtani R, Stone S, German M, Waterhouse P. A review on dental whitening. J Dent. 2020;100:103423
Blanchard D, van Wissen K. Home-based chemically induced whitening (bleaching) of teeth in adults: A summary of a systematic review. Public Health Nurs. 2020 Jul;37:626-627.